a Luciano D'Alessandro
La città non ti vede ragazzo,
sorridente figura incerta
sulla staticità del cemento.
Parigi accoglie il saltimbanco,
l'acrobata, l'artista da strada.
Tutto contiene mentre tutto riflette
e assorbe il movimento.
I bambini proseguono,
dietro i santi, sotto le statue,
sugli antichi acciottolati,
estranei alla decadenza.
Ti amo femmina donna,
carne terrena, respiro d'aria
ed occhi cosmici,
le galassie sono nel tuo ventre,
se là, dove la pietra è più dura,
hai costruito la strada dell'uomo.
La città non ti vede vecchio,
la tua precarietà infastidisce,
ha fretta di piantare croci
esteticamente geometriche.
Giocano i bambini tra le tombe
e sorridono e proseguono
per nuove moltitudini,
per aristocratiche solitudini
e disperazioni senza meta.
Sono tutte isole
come la tua storia,
occhio che vola,
corpo seduto
tra alte mura in pietra viva.