C'è troppo cielo oggi
per regalarti un odore di cipolla,
c'è troppo mare oggi
per prepararti una prima colazione,
c'è troppa terra oggi
per scriverti una poesia d'amore.
Questa penna è il collo d'un imbuto,
troppo stretto,
lascia tracce di sarcastico cinismo;
e tu dormi nel mio letto,
mentre mi colano i pensieri dalle orecchie
e macchiano queste lenzuola d'un azzurro ironico.
C'è un sole imbecille
che s'ostina a illuminarmi gli anni
senza schiarirmi mai le idee;
che cosa c'è di nuovo
nel terzo giorno di questa primavera,
la millenovecentonovantaseiesima
dell'era cristiana?
Sono indeciso se chiederti aiuto
mentre annaspo tra toghe e parrucche,
cravatte di seta e mutande di pizzo,
cristalli, cornici e ragù,
computer e corsi d'inglese,
pane raffermo e borse in discesa.
E non posseggo neppure un berretto a sonagli!