Sono tornato al mare
dove tramonti rumorosi
rimboccano il mio silenzio,
spengono le mie parole stanche,
abbracciano il mio ritorno.
Qui l'odio stempera in rancore,
il rancore in lontananza.
Vivo l'esilio dal mio tempo,
non ho alibi sufficienti
per giustificare
quest'equivoco planetario.
La ragione delle macchine
diminuisce e annulla
la mia distanza dagli oracoli.
Non conosco il numero degli uomini
ma ne esploro umile le tracce
senza dilapidarne la memoria.
Hanno chiuso il passato nei musei
dietro miserevoli cancelli,
mentre serene orbite stellari
disegnano tempi luminosi
su meridiane indistruttibili.
Se qualche poeta ascoltasse la mia voce!
Se la mia voce arrivasse ad un poeta!
Ora che sono tornato al mare.