Dorme il castagno,
respira la vite,
la quercia sta
come una metafora,
indifferente
al sacrificio dei camini.
Un sole acquatico asseconda
la transumanza degli umori.
Con membra antiche
e su antichi suoni
esisto.
Il viso tagliato dal coltello,
dal coltello il suo sorriso,
in un estremo urlo di libertà
la marionetta recise i fili
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Freddo di nevi e lontananze
e treni,
che non partivano per te
e aerei,
Il nero riarso delle sterpi
restituisce l’odore buono della fanciullezza,
e di un vecchio scolpito nella carne,
statua senza piedistallo,