Amore
Con un coltello tra i denti
E un altro nel cuore
Amore
Amore colpito a morte
Distratto e a tradimento
Amore
Amore maleducato
Amore ammaestrato
Amore simulacro
Romanzo d’appendice
Amore occasionale
Vestito matrimoniale
Odoroso di detersivi
Di fiori secchi
Amore travestito
Amore fiore all’occhiello
Amore da presentare
Amore da accomodare
Amore da tollerare
Amore ipocrisia
Amore umiliato
Offeso, fuggito via
Amore orgoglio
Troppo distante
Teso come una sfida
Abortito e diminuito
Amore pagato a rate
E non consumato
Amore consumato
Gratis o a buon mercato
Amore offerto a poco
Nascosto dietro uno specchio
Dietro una caffettiera
Una sedia fuori posto
O un quadro appeso male
Amore soffocato
Più piccolo del dettaglio
Più piccolo dei se
Più piccolo dei ma
Minimo rispetto al forse
Ipotesi rispetto al poi
Certezza rispetto al mai.
Tu cercherai le vie della ragione
tra scale nuove e il mio passato,
tra luci di salotto e di cucina,
in una notte sorella di tant'altre.
Tu scaverai una verità carogna,
setaccerai ridicoli calvari
e non c'eri mentre perdevo vita.
Mi svenderai sul bancone liso
dell'eterna fiera delle sofferenze,
avrei voluto un banditore scaltro,
almeno in questa notte senza luna.
Non sono fuggito abbastanza lontano
ora avrei bisogno d'un banditore scaltro
almeno in questa notte senza luna.
Claudia
sirena minima
goccia di fuoco stellare
costa senz'approdo
tremito impercettibile
d'un astro all'albeggiare
sintesi d'esistenza
scivoli nei giorni
con piccole tracce
piccole ferite
nella crudeltà del mondo.
Francesca
Porto il tradimento come un cilicio
All’incrocio tra Palermo e Santa Flavia
La memoria non ha tempo
O non è memoria
Ma un ricordo riflesso dagli occhi
Striscia di luce pronta a morire
Non ho niente da fare
Se non fingere di stupirmi per il prossimo lutto
Palermo mi annega per quello che non è
Vi prego restituitela ai figli
E all’abbraccio mutilato di Francesca.
Caterina
Turbinio di gambe, lampo d’occhi,
tra il rosso e il bianco d’un abito blu
e dita lunghe fino alla mia carne
mi hai trascinato nel tuo nome.
Come rassomigli a ciò che amo,
devo spegnerti prima che tu m’accenda.
Non ho giorni per viverti, né cuore,
a malapena traccio schizzi di parole
per ritrovarmi nello specchio di una frase.
Avete mai sentito il pianto dei fiori recisi?
Rassomiglia alla solitudine delle stelle
alle oscurità degli abissi del mare
al girotondo folle di un pianeta.
Io ho sentito il pianto dei fiori recisi.
-Fermati! tu che hai l’animo fragile come uno stelo,
fermati e portaci lontano dalle lapidi,
non vogliamo essere i tristi guardiani
dei cupi ricordi e delle svogliate memorie-
Mi sono fermato
-Non piangete, vi porterò alla mia donna-
I fiori recisi hanno preso a danzare
l’allegria di una danza odorosa,
e si sono adunati nella mia mano.
Ora appassiscono nella tua casa.
E’ bello pensare
Che dove finiscono le tue dita
Debba in qualche modo cominciare una chitarra
F. de André
5 settembre del ’99
La danza, il suono,
e il canto.
Soffrono le corde tormentate,
urlano la tensione
inutilmente statica;
il violino è violino
solo tra le tue mani,
pulcinella senza maschera,
maschera senza gioia,
maschera d’allegria.
Tramonto mediterraneo,
mare che brucia
prima di tutte le notti,
acqua che raccoglie
il caldo colore del sangue
e a fiotti sgorga
dall’estasi del legno
violato dalle tue dita,
attese come un nascere,
temute come un morire.
C’era ancora un’emozione
in fondo alla mia anima
e io non lo sapevo.