Che venga la rabbia

Che venga la rabbia, Bernardo, che venga.
Quanta nostalgia ho dei miei scatti d'ira, di quei desideri di rivalsa sulla vita e sulle persone che mi tenevano vivo.

Nel tino il fermento da vino o birra o succhi vitali.
Lo stagno ristagna.
Bernardo, Alberto, Ricardo sono fantasmi che vagano il mio tempo, ne seguo le tracce in un percorso improbabile.
Sapessi pregare, sapessi implorare, sapessi desiderare, sapessi finire, sapessi, sapessi, sapessi.
"Manca così poco ad essere niente" ed è quel poco che dovrei ritrovare, che dalla lacrima della mia prossima commozione possa fiorire un piccolo fiore viola o azzurro o rosa come le mani delle donne che scrivono poesie e non si abbandonano agli uomini.
A che serve la mia età se ho disimparato a vivere?
I miei anni senza un consiglio da regalare, le mie rughe senza un sorriso che dia tenerezza? Posso ancora aggrapparmi solo ai miei istinti più bassi per intorpidire e sviare la mente?
E quando saranno sbiaditi del tutto?
Che ne sarà di me?
Che ne sarà di me?
Almeno questa domanda mi atterrisse!
Dovrei dirti Bernardo che ci sono strade e sentieri e viali alberati, che ci sono angoli e curve e pianure di luce e anfratti notturni ma quello che tu sceglierai è gia scritto in te ed è tutto nei tuoi dubbi.
Vivere il dubbio allena e rinvigorisce la mente ma la sua unica meta è il fallimento totale.
E' per questo che aspetto quella lama, quella goccia di sangue, quell'istante di ebbrezza in cui vedo il dubbio sbiadire, annegare nell'alcol di un'emozione